Pollica, Comunità Emblematica UNESCO della Dieta Mediterranea:
da culla e patrimonio immateriale dell’umanità,
a modello e strategia per lo sviluppo ecologico integrale dei borghi.
“Pollica 2050 – Vivere Mediterraneo”, mettendo al centro la Dieta Mediterranea come modello di Rigenerazione Ecologica Integrale è un progetto strategico studiato per valorizzare risorse dormienti, che ci obbliga a pensare ed agire in modo sistemico, orientando ogni azione alla creazione di prosperità inclusiva partendo dall’approccio ecologico integrale testato negli anni ed applicato in ogni fase del progetto .
Una strategia che, già prototipata sul campo per un anno, e che oggi grazie agli strumenti di gestione ipotizzati, mira a creare un vero e proprio ecosistema che dovrà sapersi auto-alimentare e rigenerarsi per persistere nel tempo, dovrà diffondersi nello spazio perché l’intero territorio possa beneficiarne e perché oggi è necessario fare rete ed essere rete, e dovrà andare in profondità perchè l’impatto sia davvero trasformativo.
Sei sono le aree di intervento concrete capaci di salvaguardare l’ambiente, favorire le nuove generazioni, garantire giustizia sociale per tutte e tutti, implementando un modello di sviluppo davvero sostenibile, partecipato, integrale
Cosa serve oggi per accelerare la nascita del Pollica 2050 – Vivere Mediterraneo?
- Servono ecosistemi aperti, capaci di eliminare le frizioni culturali, logistiche e burocratiche, facilitando le collaborazioni tra i vari stakeholders e tra le varie discipline.
- Servono spazi, luoghi di aggregazione, per favorire le collisioni casuali e creare l’ambiente ideale per favorire gli atti poetici, nel senso di poiesis (creazione), dare sfogo all’arte, allenare la creatività e (ri)generare la cultura.
- Servono dei Living Lab, come quello aperto a Pollica dal Future Food Institute, che nascono per stimolare la co-progettazione attraverso un ecosistema di open innovation basato sulla condivisione delle conoscenze e capacità dei singoli per migliorare la vita comunitaria. In pratica, all’interno dei living lab la comunità è al centro del processo innovativo ed ha lo scopo di usare al meglio le nuove opportunità offerte dalla digitale per i bisogni della società (FFI Living Lab Pollica – CITIES 2030 – EU H2020).
- Servono le imprese e le associazioni di categoria che domani potranno implementare su larga scala i modelli sperimentati.
- Servono gli scienziati, i centri di ricerca, gli innovatori, gli agricoltori che mettano a disposizione le loro competenze e i loro saperi per questa sperimentazione.
- Servono, una comunità ed un territorio capaci di accogliere questa sperimentazione: Pollica ed un “Ecosystem Builder” che faciliti il processo.
- E serve un modello di gestione capace di coinvolgere tutti gli stakeholders in modo armonico al fine di dare i giusti strumenti operativi per garantire all’ecosistema una struttura flessibile, inclusiva, che favorisca lo sviluppo economico, che miri alla coesione sociale e che ne faciliti la diffusione e scalabilità nel territorio. Pertanto il modello di gestione l’utilizzo di diversi strumenti.
Agenda 2030
Un modello che vede negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e nei target fissati dall’Agenda 2030, il punto di riferimento a cui tendere. Uno strumento essenziale per indirizzare le politiche di sviluppo e le scelte quotidiane in modo sistemico.
Ogni azione del progetto “Pollica 2050 – Vivere Mediterraneo” si incardina in uno o più obiettivi e sarà monitorata per misurarne l’avanzamento.
Prosperità inclusiva
“Nessuno si salva da solo” e “collaborare” è un imperativo che determinerà il successo delle strategie messe in campo a tutti i livelli. Consci del fatto che non si possa più prescindere dal “fare rete” ed “essere rete”, per mutuo beneficio, l’intero progetto è stato pensato disegnando un ecosistema aperto, che punta ad eliminare le frizioni culturali, logistiche e burocratiche, facilitando le collaborazioni tra i vari stakeholders e tra le varie discipline per creare valore condiviso. Per questo motivo il modello “Pollica 2050 – Vivere Mediterraneo” non solo prevede che numerosi servizi (come l’offerta formativa territoriale, piattaforma di monitoraggio ambientali, piattaforma per la valorizzazione dell’offerta turistica), siano condivisi con tutta la rete dei comuni partner, ma soprattutto che il modello sia facilmente replicabile su larga scala.